“CAROSONE, L’ AMERICANO DI NAPOLI”



IL MUSICAL

una commedia all’italiana con uso di musica


Ora in tour in Campania, Puglia e Sicilia. Il musical tornerà a Napoli al Palapartenope, per le date ad oggi annunciate del 25 e 26 dicembre. Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze le città in programma per la prossima stagione. 

Imperdibile il cd del musical in vendita al botteghino durante lo spettacolo ed in prossima distribuzione fisica. 





…IN SCENA, CONTESTO E CURIOSITÀ


Ci sono luoghi in cui vai una volta sola e poi c’è… Napoli. Dice John Turturro all’inizio di quel suo affresco sulla Napoli di ieri e di oggi che è “Passione”. Mutuando la sua frase potremmo dire che ci sono canzoni e cantanti che ascolti una stagione sola e poi c’è… Carosone e il suo canzoniere, più attuali ed emozionanti che mai, anche mezzo secolo dopo.

L’americano di Napoli ha innovato, contaminato e sperimentato costruendo qualcosa di completamente nuovo, ma nel solco di una tradizione grandissima, e capace di aprirsi al mondo: la canzone di una città conquistata da mille popoli è per definizione canzone contaminata. CantaNapoli, città aperta. Carosone si diploma in conservatorio, ma esordisce al servizio del grande E. A. Mario e diventa qualcuno, anzi il numero 1 di una musica italiana che vuole voltare pagina, iniettando nel suo dna melodico i ritmi del jazz e del blues e del sound latinoamericano. Nessun ibrido, per definizione sterile, ma il volo di un pianoforte, anzi di un pianofortissimo.

I versi ironici, da commedia alla napoletana, vabbè all’italiana, di Nisa, e quelli romantici di Bonagura sono suoi complici quanto i tamburi di Gegè Di Giacomo, poeta-fantasista-clown delle percussioni, e la chitarra di Peter Van Wood, virtuoso della chitarra, playboy, astrologo ancora non dichiarato, olandese suonante a Marechiaro.

“Carosone, l'americano di Napoli” è un musical. O se preferite una commedia all’italiana con uso di musica, che non racconta la vita, ma l’arte di Renato Carosone, un musicista eccezionale che ha rivoluzionato la musica italiana lasciando traccia, cosa rarissima dalle nostre parti, sulla scena internazionale.

Lo spettacolo è costruito sull’interazione tra presente e passato, tra attori in carne e ossa e immagini cinematografiche (d’archivio, a volte doppiate, o nuove di zecca, realizzate per il musical, in alcuni casi durante un flashmob), musicisti dal vivo e remix messi a punto sul momento da un dj sempre in scena. Carosone, Di Giacomo, Van Wood, ma anche Fred Buscaglione sono portati in scena da attori in carne e ossa, ma anche evocati dai propri avatar.

La scusa-pretesto per la narrazione è la scommessa di un giornalista musicale, maniaco di Carosone, di riuscire a convincere la Rai a girare una fiction sul maestro. I dirigenti di Viale Mazzini gli chiedono di aggiungere sesso, gossip, scandali alla vita e soprattutto alla musica di Carosone, ma il dialogo tra il giornalista, gli avatar di Carosone, Di Giacomo e Van Wood, e gli attori che interpretano Carosone, Di Giacomo e Van Wood dimostreranno la straordinaria attualità delle canzoni di Renato, ancora oggi ballate nelle discoteche di mezzo mondo, cantate nei teatri, ma anche negli stadi e nei cortei politici.

In mezzo ci sono tranches de vie, episodi drammatici stemperati dall’ironia, gag, poesia e… soprattutto tanta ottima musica.

Gli arrangiamenti, neotradizionalisti quelli acustici, electroswing quelli del dj, sono un’altra delle caratteristiche dell’allestimento, che punta moltissimo anche sul pubblico dei giovani, oltre che su quello dei carosoniani doc e degli abbonati dei teatri.

Moderne anche le coreografie, che porteranno in scena la danza delle discoteche e la sensualità delle ragazze dei giorni nostri insieme con il richiamo alle maggiorate di fine anni Sessanta.

I costumi sono un contributo importante per ricostruire un'era, gli anni '50, lontana e ricca di sogni, di speranze, evocano, come le canzoni e le bellezze in scena un'Italia che usciva dalla guerra con il sogno e la volontà di ripartire.